Mostra prolungata fino a venerdì 4 novembre 2016
(lu – ve) 9:00-13:00 / 14:00-18:00, sabato previo appuntamento
La De Primi Fine Art è lieta di annunciare la mostra antologica su Christo e Jeanne-Claude ‘ri-velare’; saranno esposte circa quindici opere, le più rappresentative dei loro principali e vari progetti.
Le grandi e ambiziose opere di Christo e Jeanne-Claude, le loro installazioni, i loro progetti, in parte nati ispirandosi a quella geniale opera del 1920 di Man Ray, L’enigme d’Isodore Ducasse – primo impacchettamento con una coperta ed uno spago di un oggetto qualunque (in questo caso una macchina da cucire) che la storia dell’arte ricordi – ci insegnano soprattutto a re-imparare a vedere, ci esortano a ri-scoprire, ad avere nuovi occhi. Nel greco antico una delle parole più importanti è mirabile, l’essere degno di meraviglia, il poter essere am-mirato. Il filosofo, colui che ama e ricerca la sapienza (sophia), è soprattutto un uomo che si meraviglia, una persona che prova stupore (thauma, thaumazein) anche come paura, vertigine, spaesamento. E guardare, osservare, significa capire. È bello considerare che ancora oggi, in inglese, capisco si esprime anche con I see (lo vedo). Le vaste installazioni ed i variegati progetti di Christo e Jeanne-Claude – dall’imballaggio d’aria di Documenta a Kassel (1968) alla Mastaba (da realizzare), da Valley Curtain (1970/72) all’attuale The floating Piers sul lago d’Iseo, dalle Surrounded Island (1980/83) a Over the river (da realizzare), da The Umbrellas (1984/91) a The gates (2004/05) dal Running fence (1976) al Pont Neuf (1985) al Reichstag (1995) – sono stati concepiti soprattutto con l’intento di nascondere, completamente o parzialmente, o di variare e decorare un luogo, un vasto spazio, alfine di far vedere veramente, far intendere nuovamente. Diceva Proust che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi. Occultare o variare temporaneamente per dare nuova luce, nuova vita e visione a ciò che appariva scontato. Coprire per un breve periodo di tempo un monumento, una forma, una presenza, un luogo, per poi poterlo riassaporare nuovamente. La più alta etimologia di una parola eminentemente religiosa è rivelazione: il ri-velare. Togliere e mettere un velo, un diaframma, una copertura. È indubbio che i due principali parametri che qualificano un’opera d’arte e la sua importanza storica sono la bellezza e l’originalità. Christo e Jeanne-Claude sono grandi nella bellezza e generosi nell’originalità.