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Il pensiero che guida la mano di Baruchello (Livorno 1924) – un artista ed un intellettuale estremamente colto, profondo e complesso – disegna una spirale rapida e lentissima, semplice e vertiginosa. Un pensiero che circoscrive una vastissima visione artistica, insieme sperimentale, poliedrica, sociale e politica, che spazia dall’opera aperta di Marcel Duchamp e di John Cage alla video arte, dall’universo concettuale alle ultime prospettive della Land Art. In questa ampia prospettiva, non possiamo considerare questi suoi oli su tela, e i suoi smalti su alluminio o su cartone, le sue tecniche miste e i suoi collage, come opere isolate, autoreferenziali, ma come le tessere di un mosaico artistico molto vasto. Su superfici sempre bianche, vediamo scorrere e dialogare segni, tracce, disegni, geroglifici, punti cosmogonici, in una visione che ancora una volta rivela il frammento come unità e l’unità come frammento: la centralità come dispersione e la periferia come centro. Poiché nulla si sa, tutto si immagina.